Data
|
Riassunto
|
Foto
|
3 Aprile 17 Aprile
Lavori
|
Superfast
XI naviga velocemente verso la Grecia. Nella mia mente tanti pensieri, tanti
dubbi e tanti entusiasmi si mischiano prima di crollare nel sonno,
allungato sul mio tappetino, coperto nel sacco a pelo, in un angolo del
pianerottolo della scala del traghetto.
Sono con la Volvo station wagon del mio amico Tonino. Con la mia C1 non
sarei riuscito a trasportare il rollbar per i pannelli fotovoltaici che
voglio montare su Iside. Arrivo mercoledì mattina da Iside presso il marina
Cleopatra. La barca si trova a terra sulla sua sella da sei mesi. Tra una
settimana l'11 aprile abbiamo l'appuntamento per il varo.
Non c'è tempo da perdere i lavori sono tanti. Montaggio struttura rollbar,
spostamento e collegamenti dei pannelli fotovoltaici, sostituzione
batteria. Quest'anno ho messo una batteria al gel Exide 85 Ah.
Anche per questa stagione uso Venox plus come antivegetativa. Il vecchio
strato rimasto sulla carena si rimuove molto velocemente, ma fa un sacco di
polvere. A sera ho gli occhi rossi che lacrimano e nonostante la mascherina
sento il naso irritato. Volendo continuare ad usare Venox dovrò attrezzarmi
in futuro con una maschera professionale per occhi e naso. Il tagliando
motore e la sostituzione degli anodi sacrificali non presentano particolari
difficoltà se non quella della rimozione del vecchi filtro olio: due ore di
tentativi con successo finale strappato alla mia grande pazienza.
Difficoltà dovuta ad una posizione impossibile.
Ho dovuto incollare nuovamente la gomma posta sul foro dell'S drive. L'anno
scorso si staccò e alla fine finì dritto sull'elica. Questa volta ho usato il
G/flex, un adesivo strutturale epossidico, usato anche per riparare i
gommoni. Quando dovrò sostituirlo dovrò usare martello e scalpello per
rimuoverla, ma fino ad allora non si staccherà più. Il varo non ha dato
problemi. Solo che è avvenuto in una mattinata grigia, l'unico momento
grigio di tutto il periodo. Sarà di buon auspicio. Una volta in mare
occorre preparare Iside alla navigazione: rimettere drizze e borose, armare
le vele, gonfiare il tender, provare tutto. Sono molto soddisfatto della
nuova struttura porta pannelli. Oltre a garantire un funzionamento
efficiente di carica batteria ecologico, risolve innumerevoli problemi. Vi
trova posto un faretto a led, anche lui alimentato da un pannellino
fotovoltaico, che illumina il pozzetto la sera quando si sta a cena. Il
tendalino per l'ombra può essere attaccato alla struttura permettendo di
godere dell'ombra su tutto il pozzetto. La passerella può essere tenuta
dalla struttura che può fungere anche da gruetta per sollevare il motore
del tender.
Il 13 Aprile è ora di tornare a Grottammare, devo riportare la macchina in
Italia. Il 17 sono già sul Superfast che mi riporta in Grecia, e questa
volta per una bella, lunga e senz'altro avventurosa navigazione verso
l'Egeo, le Sporadi, Salonicco. Ho tanta voglia di mare e ci vivrò per tutta
la primavera ed estate. Il ritorno a Grottammare è previsto per i primi di
ottobre.
Buona vita in barca!
|
|
18
Aprile
21 Aprile
Preveza
Corinto
|
Nella bassa stagione il pullman
della Ktel Da Igoumenitsa a Levkas, fa servizio solo martedì e Venerdì.
Prendo quindi un taxi. Il prezzo è 130,00 euro e considerato il tratto da
90 km non è nemmeno eccessivo. Arrivo prestissimo in Marina. Il tassista
sfrecciava in assenza quasi di traffico. Un omone, gentile e fumatore
incallito. Dopo che gli avevo accordato il permesso di fumare, ne accendeva
una dopo l'altra. Lungo la strada si ferma davanti ad un supermercato per
farmi fare un po' di spesa.
Visto quindi che la barca era pronta decido di mollare subito gli ormeggi.
Una bava di vento mi permette di issare la randa e controllare se i
circuiti delle borose, drizze ed altro fosse tutto ok. Passato il canale di
Levkas il vento sparisce per tutto il giorno. Devo scegliere il posto dove
passare la prima notte. Sfogliando il portolano leggo di una baia su
un'isoletta non distante dalla rotta per Patrasso. L'isola si chiama Atoko
e la baietta 'One house bay'. Alle 6 ero già lì comodamente alla ruota. La
notte senza luna. Con le luci spente della barca, era così buio che non si
vedeva ne acqua ne terra. Niente vento. Mare calmo. Solo stelle. Sensazioni
che ti rimangono addosso per giorni.
Il giorno successivo dopo il te bevuto con calma nel pozzetto ammirando il
posto e la sua quiete levo l'ancora un po' malvolentieri. La mattinata
passa con poco vento che aiuta come può. Nel pomeriggio avvicinandoci a
Patrasso delle piccole onde segnalano che le cose stanno cambiando. Era
previsto qualche nodo di vento da nord est che invece diventano venti e poi
anche oltre. Si passa così dallo star seduti a godersi il sole, ad una
veleggiata sportiva e a tratti scomoda. Buona occasione per testare il
nuovo rollbar. Sfortunatamente si stacca un tubo stabilizzatore e il
rollbar comincia ad andare avanti e indietro. Per bacco non ho messo un
rivetto nell'attacco! Provvisoriamente ci metto una cima, appena arrivo in
porto sistemo. Seconda sorpresa all'arrivo nel marina di Patrasso. Sparito
il pontile visitatori e gli altri pontili galleggianti sono distrutti. Due
signori mi urlano che è pericoloso e non si può rimanere lì. Analogo
messaggio scritto su dei pannelli in vista. Mi dicono di chiamare il
controllo traffico portuale al canale 13. Mi rispondono dicendo che non è
possibile stare nel porto di Patrasso e quindi di andare in un 'marina' a
sud del golfo.
In questi casi con l'approssimarsi del tramonto occorre scegliere un'alternativa
fattibile il prima possibile. Guardo sul portolano e vedo un bel
porticciolo sul lato nord appena entrati nel golfo di Corinto. Chiedo via
radio il permesso di transito sotto al ponte Rion e non appena passato il
ponte sotto la campata destra che mi hanno assegnato per il transito,
faccio rotta subito sul porto. Questa volta si può dire che non tutto il
male viene per nuocere. Il marina di Patrasso semidistrutto mi ha fatto
conoscere un posto a dir poco delizioso. La cittadina si chiama Navpaktos ed
è la vecchia Lepanto, luogo della famosa battaglia contro i turchi. In alto
domina un castello veneziano. Ma il luogo da non perdere è il vecchio porto
medievale, forse il più bello del mediterraneo, utilizzato ancora oggi per
ospitare piccole barche. Dato il piccolo spazio, le barche con lunghezza
superiore ai 14 metri devono ancorare fuori. Inutile dire che lo spazio
attorno al porticciolo è pieno di caffè e taverne che sono molto animati
fino a notte fonda. Ma per la stanchezza che ho addosso non vi saranno,
questa sera, problemi a sprofondare nel sonno nel giro di qualche secondo.
La mattina successiva lascio anche questo posto malvolentieri. Purtroppo il
vento consiglia di andare. I prossimi giorni si annunciano con venti da est
che mal si conciliano con la rotta verso il canale di Corinto. La mattinata
in navigazione passa con il mare che sembra olio e con vento assente se non
un comodo ponente di qualche nodo. Dopo la prima metà del golfo le cose
cambiano radicalmente e i 7 nodi da nord est previsti diventano 27! Volevo
fermarmi a Kiato ma il porto è esposto ad est e poi con la barca che mi fa
7 nodi a vela come si fa ad entrare in un porto? Decido quindi di
raggiungere Corinto che si trova in fondo al golfo. L'ormeggio nel
porticciolo non è privo di qualche apprensione ma alla fine trovo un posto
e una mano sul pontile e tutto finisce in una tranquilla serata con cenetta
in barca. Domani rimarrò qui, di là nell'egeo sono previsti venti forti e
quindi è meglio aspettare domenica per passare il canale, quando le
previsioni parlano di un calo notevole di intensità del vento. Vedremo.
|
|
22
Aprile
24 Aprile
Corinto
Skiros
|
Oggi è il giorno che si passa
nell'Egeo. Mollo gli ormeggi dopo un buon caffè espresso preso in uno dei
bar dell'isola pedonale. L'attesa per entrare nel canale è breve. Il mio
convoglio verso est questa domenica mattina è costituito da solo due
barche. Fanno entrare prima quelle più grandi e poi quelle più piccole.
Come previsto c'era poco vento. Quindi nessun problema ad Isthmia per
ormeggiarsi all'inglese e andare a pagare. Ho pagato come nel 2012, in
tutto 116,00 Euro. Essendomi sbrigato abbastanza presto, punto subito per
Capo Sounion. Anche questa volta salta la visita all'isola Aigina. Peccato.
Un vento debole mi accompagna nell'attraversare il golfo di Saronico
rendendo lo sforzo del Volvo Penta meno gravoso. Qualche cargo e qualche
traghetto in uscita dal Pireo passa nel corridoio di transito del golfo,
per il resto, comoda navigazione con alla fine la vista impressionante del
tempio di Poseidone sul capo che scende a precipizio sul mare. Doppiato il
quale si vira verso nord per raggiungere l'Olimpic Marina che ne dista 5
miglia. Avevo bisogno di una doccia, di riempire il serbatoio dell'acqua e
del carburante. Il marina mi ha deluso più dell'altra volta. Impressione di
abbandono, ormeggiatore/custode con aria di sufficenza e in più prezzo
altissimo: 54 euro. L'unica eccezione degna di essere menzionata, il
benzinaio che mi ha fatto i complimenti per Iside: è una piccola, grande e
bellissima barca. Dopo un bel sonno ristoratore e il pieno, eccomi diretto
verso Andros. L'impresa di far tutta una tirata verso Skiros è impossibile.
Ci vorrebbe un bel vento da sud. Sono più di 80 miglia. Devo ritenermi
fortunato che c'è poco vento, perchè da queste parti quando c'è, è forte e
viene da Nord che sommato ad una corrente di uno/due nodi rende impossibile
salire, anche con l'ascensore! Mi fermo quindi a Batsi un bellissimo posto
con un comodo porticciolo. E' sempre incantevole. La conoscevo già. Ci sono
tantissimi studios (appartamentini da affittare) ed è diventata un po'
cara. Una birra 4,50, siamo quasi a San Tropez. Indubbiamente si sente la
presenza di un grande flusso turistico in particolare dalla vicina Atene.
All'indomani metto la sveglia un po' prima. Lo stretto di Kafireas e la
rotta a zero gradi meritano grande rispetto. Lo stretto è famoso per le sue
correnti forti che lo rendono molto difficile da attraversare in
particolare con venti da Nord-Est. Invece mi è andata molto bene. Poca
corrente. Quel po' di corrente però, mi ha accompagnato fino a Skiros, dove
arrivo verso le sei del pomeriggio. Skiros mi è subito piaciuta. Un isola
che sembra fuori dal mondo, brulla e a tratti molto verde, poco abitata.
Decido di fermarmi nel porto di Linaria, anche se non mancano bellissime
baie. La volontà di scendere a terra per fare due passi è tanta. All'arrivo
al porto un tizio su un gommone si propone subito di aiutarmi. Mi dice dove
mettermi e mi aiuta nell'ormeggio in questo minuscolo porticciolo. E Sakis,
il famoso harbour master che mi spiega tutto quello che trovo: acqua,
corrente, wifi, bagni, docce ecc. Penso tra me e me: qui ci vorrà una
cinquantina. Il porto sostanzialmente è una piazzetta sul quale ci sono un
paio di bar e altrettante taverne. Sakis mi raggiunge al bar dove mi
trovavo per una birra. Si siede vicino a me e mi consegna la cartina di
Skiros e tutte le istruzioni e servizi del porto. Infine c'è anche la
ricevuta: 10,00 + Iva. Attorno a me altre due barche con equipaggi
rilassati che si godono un'atmosfera unica. Dopo i due passi tanto attesi
torno in barca, la cena era già preparata in navigazione. Un ultimo sorso
di vino in pozzetto e poi in cabina. Il giorno successivo mi è dispiaciuto
non poco lasciare Linaria. Voglio dare uno sguardo alle altre isole. Ci
tornerò ad agosto nelle Sporadi ma la curiosità è tanta. Quindi rotta su
Alonissos.
|
|
25
Aprile
28 Aprile
Alonissos
Salonicco
|
Il vento all'uscita da Linaria
non promette molto bene, però una volta scapolato la punta meridionale di
Valaxa, il mio cambio rotta e il vento che ripiega verso sud assicurano una
tranquilla veleggiata verso Alonissos. Arrivo al porticciolo Patitiri di
Alonissos verso le tre del pomeriggio. Il caldo si comincia a far sentire a
quest'ora. Il porto era vuoto e in giro non c'era anima viva. Giro un po'
prima di decidere cosa fare. Alla fine do fondo alla Delta e vado con la
poppa verso la banchina. Tra quel po' di vento e il dubbio sulla profondità
del fondale con l'avvicinarmi alla banchina, ci metto qualche minuto per
portare a termine la manovra in solitario.
Una camminata verso l'interno dell'isola che come tutte le Sporadi possiede
una fitta vegetazione mediterranea, ed è già ora di cena. Questa sera si va
fuori. In realtà non c'è molta scelta. Ci sono due taverne aperte, io
scelgo quella più affollata di greci che ho l'impressione siano tutti del
posto. Al mattino successivo, fortunatamente il salpancora mi permette di
tirare su tutta la catena, perchè alla fine si blocca e non c'è più verso
di sbloccarlo. Durante la prima ora di navigazione, smonto tutto quello che
è smontabile, ma nulla da fare. Il problema è nella scatola
dell'ingranaggio. Ci penserò con comodo a Salonicco.
Skopelos, Alonissos e Skiatos sono molto vicine, lascio perdere Skiatos e
mi fermo nel porticciolo di Loutraki sul lato est di Skopelos. Il piccolo
pontile era pieno di barche dei pescatori. Mi tocca ancorare sul lato sud.
Tiro fuori la Fortress, che anche in altre occasioni ha dimostrato la sua
grande affidabilità. Il fondale di sabbia a pochi metri e il regime di
brezze di questi giorni non mi danno grandi pensieri. Tiro quindi giù il
tender con il suo motore e vado a terra. Mi incuriosisce il borgo medievale
in alto di nome Glossa. Occorre fare un sentiero ripido che si inoltra tra
pinete e uliveti senza mai abbandonare la vista del mare. In effetti ne è
valsa la pena. Un paesino molto particolare e soprattutto viste mozzafiato
sul mare e su Skiatos.
Il vento calmo mi permette di consumare la cena in barca, sul pozzetto, con
la vista di un meraviglioso tramonto su Skiatos, ricco di tutte le tonalità
giallo rosse. Il giorno successivo mi aspetta una lunga navigazione di
quasi 60 miglia.
Volevo fermarmi in un paesino interessante, Nea Skioni, ma serviva l'ancora
di servizio che ho fuori uso, di conseguenza scelgo il marina Sani. Questo
marina costruito nell'ambito dell'omonimo resort è una fortezza, una volta
entrati. Si, perchè entrare è molto pericoloso se c'è vento e mare. Si
tratta di passare uno stretto canale dragato in continuazione che porta ad
uno specchio d'acqua a pianta circolare anch'esso dragato. All'interno,
ormeggi finger, palme in banchina, ristoranti e bar di lusso. Insomma
qualcosa che sa di 'plastica'. Non è per me. Passarci la notte non ha un
costo eccessivo in questa stagione. Ho pagato 20,00 euro. Se si prova ad
entrare in uno di quei ristorantini i prezzi sono quelli di Porto Cervo. Finalmente Salonicco, il porto di riferimento di Iside per il prossimo anno. Trentacinque miglia, buona parte a vela silenziosa e comoda, al traverso. E questo il regalo che offre a me e Iside il golfo di Salonicco per il nostro arrivo. Nel marina vengo accompagnato in un posto tranquillo e sicuro. L'atmosfera non è molto da turismo. Pochi stranieri. Tanto verde dove quelli del posto vengono a correre e camminare. Nei prossimi giorni mi farò un'idea di questa città. In realtà il marina non sta proprio a Salonicco ma in una cittadina confinante di nome Kalamaria, non distante dallaeroporto. Sono otto i chilometri per il centro di Salonicco.
|
|
29 Aprile
24 Luglio
Salonicco
|
Solo noi italiani la chiamiamo Salonicco, per tutti gli altri è Thessaloniki. Il nome ricorda la vittoria sui Tessali. Ingiustamente trascurata dai grandi itinerari turistici, vale la visita di almeno un paio giorni. Salonicco è una città antica e conserva ancora numerose testimonianze del passato glorioso, nonostante un grande incendio ad inizio secolo l'abbia distrutta per buona parte. Vanno assolutamente menzionate la bellissima piazza Aristotele, l'arco di Galerio, Agios Georgios l'antica Rotonda nata come chiesa poi palazzo reale poi moschea e infine nuovamente chiesa, Agia Sofia e Agios Dimitrios, anche questa fu usata come moschea durante la dominazione turca. Sicuramente vale la pena di arrivare alla città alta dove si ha uno sguardo d'insieme di tutta la città e il golfo antistante. L'atmosfera che si respira a Salonicco è di una grande città viva e dinamica, anche se, a sentir loro, duramente colpita dalla recente crisi. Le persone sono gentili e disponibili, ma più riservati rispetto al resto della Grecia.
Da un punto di vista nautico ho fatto poco in questo periodo. Qualche uscita domenicale. Un paio di volte per pulire l'opera viva che devo dire è rimasta molto pulita, ad eccezione dell'elica che era piena. Per pulirla c'è voluta la spatola di acciaio. Il motore non superava i 1800 giri quando normalmente ne fa 2500. Nel frattempo ho fatto aggiustare il salpancora da Tanasis, uno dei più celeri meccanici della Grecia! Ci ha messo due mesi. Il modello del mio salpancora prevede una foratura grande sullo scafo che ormai non si fa più. Per cui la scelta era quella di aggiustarlo. La Lewmar comprò la Simon & Laurence produttrice del salpancora, ma lo mise subito fuori produzione. Fortuna che ho trovato il sito di quello che rimasto della S&L e che offre ancora i ricambi. O dovuto ordinare il pignone motore e una delle ruote dentate. Speriamo che duri.
|
|
|
|